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Il
mentoring come strumento per
condividere/ricondividere “un senso comune” e per valorizzare il
“buon senso”.
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Il
mentoring per uscire dall'isolamento, allargare gli orizzonti, andare
oltre le abituali partneship.
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Aiutiamoci
l’un altro a fecondare le nostre idee ed a tradurle in azione.
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Il
mentoring è uno strumento ideale per gestire il cambiamento. Il mentore
è un facilitatore delle fasi di transizione.
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Dopo
tanta “programmazione”, dobbiamo riabituarci ad affrontare
situazioni in cui ciò che abbiamo davanti è l’ignoto.
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La
convivialità è uno dei beni che più scarseggia. Inventiamoci
occasioni di convivialità creativa per riflettere ed agire.
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Ognuno
è veramente persuaso solo da se stesso.
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Il
mentoring come strumento per facilitare l’incontro fra il mondo del
profit, quello del non profit e quello degli organismi governativi.
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Il
nostro futuro sarà un mondo di leader fra leader.
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Il
mentoring come detonatore per lo sviluppo delle risorse umane.
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Il
mentoring come strumento naturale per difendere e valorizzare le
diversità delle esperienze.
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Dobbiamo
dare voce alle persone “normali”. Le persone creative sono persone
normali.
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I
potenti producono potere nell’unico modo in cui sono capaci ed in cui
credono, ovvero la coercizione sul corpo dei sudditi.
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Libertà,
buon senso e leggi amministrative dispotiche.
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Tasse.
Il dilemma è: siamo noi che diamo allo stato una parte del frutto del
nostro lavoro o è lo stato che ce ne lascia una parte?
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Creatività
ed innovazione come strumenti di pace. Troppo spesso la famiglia
distrugge la nostra creatività non meno che il mondo della scuola.
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Mentoring,
ozio creativo, quiete del corpo ed irrequietezza della mente.
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Liberare
la nostra creatività è il primo passo per produrre innovazione.
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Dobbiamo
imparare a favorire la nascita di progettualità
inintenzionali ed
organizzare le informazioni.
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I
nostri sono tempi di veloce cambiamento e quindi di ansia, ma anche di
grande opportunità e speranza. Il mentoring
è uno strumento non competitivo.
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Dobbiamo
imparare e disimparare molte cose e più velocemente. La prima cosa che
dobbiamo disimparare è che l’apprendimento consista nell’evitare
errori, dare risposte giuste, compiacere gli insegnanti.
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Il
mentoring può favorire la nascita di micro/piccole imprese e lo
sviluppo di quelle medie e aiutarle nei passaggi generazionali.
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I mentori e le banche d’importanza locale come motori per lo
sviluppo del proprio territorio.
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I
mentori per aiutare le piccole/medie imprese a catturare e formare i
propri futuri dirigenti e soci.
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Si
promuove lo sviluppo del proprio territorio considerandolo un tutt'uno
con i problemi delle persone e quindi partendo dai suoi abitanti e dallo
studio dei loro comportamenti psicologici.
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Se
rinunciamo a decidere sulle cose del nostro quotidiano è difficile che
riusciremo a scegliere bene quelli che debbono governarci.
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Per
essere efficace, una politica di sviluppo deve trattare il caso singolo
e non la media.
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Le
future attività vincenti saranno caratterizzate dal fatto che – prima
di tutto – si occuperanno dei particolari.
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Mentoring
e marketing del territorio.
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Il
mentoring per favorire una nuova alfabetizzazzione della conoscenza (sul
tipo di quella che è stata negli anni 60 la trasmissione televisiva “
non è mai troppo tardi”). Mettiamoci nella condizione di vedere con i
nostri occhi.
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Parlare
in modo chiaro ed immediato, e farsi capire, sono i nostri obbiettivi,
la precisione e l'esattezza no.
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Il
nostro sistema formativo ci penalizza molto per quanto attiene alle
nostre capacità di usufruire dei vantaggi della “formazione
continua”.
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Non
è salubre essere governati prevalentemente da banchieri, professori
universitari e da persone che hanno scelto di rimanere ignoranti.
L’ignoranza non è né lecita né appropriata.
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Non
dobbiamo avere paura di imparare a vendere/venderci: costruiamo canali
di vendita per preservare le diversità; affrontiamo insieme i problemi
psicologici
connessi al pricing (ossia ai modi con cui determiniamo il valore di ciò
che vorremmo vendere).
35.
I mentori sono persone che
possono dire: siamo stati là (in quella situazione) e abbiamo fatto questo.
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Con
l’aiuto dei mentori possiamo diventare tutti “esperti di
marketing” (questo è uno dei pochi vantaggi competitivi che abbiamo
rispetto alle economie emergenti ). Un
nostro motto può essere: “marketing ed innovazione per
passare all’azione”.
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Le
donne 40enni sono delle naturali operatrici di marketing
e saranno ottime professioniste se aiutate dai mentori.
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Le
donne creano naturalmente reti relazionali informali. Le
relazioni informali sono quelle che gettano le basi di durature
relazioni.
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Il
mentoring strumento per facilitare la carriera delle donne.
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Le
donne che stanno uscendo da una millenaria passività forzata incrociano
spesso uomini diretti lungo la strada opposta.
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I
mentori testimonials dell’”economia etica” così come la intende
Amartya Sen.
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Dobbiamo
mettere a punto delle specie di “economie parallele” che trovino il
loro modo di essere nelle radici dei territori su cui si applicano.
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Il
mentoring come occasione di rilancio del ruolo dei padri.
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Con
la rivoluzione industriale del XIX° secolo l’uomo maschio si è
separato dalla natura e dalla famiglia.
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Per
secoli gli uomini hanno ignorato la sofferenza femminile, oggi non sono
in grado di vedere e onorare la propria.
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I
padri debbono procurare ai giovani occasioni di iniziazione invece di
abbandonarli nella vana speranza di iniziazioni casuali.
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Bisogna
che i padri tornino a lavorare sotto gli occhi dei figli.
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Per
migliaia di anni gli uomini si sono reciprocamente ammirati, e sono
stati ammirati dalle donne per le loro imprese.
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Ribelliamoci:
portiamo i figli sulla nostra motocicletta, senza casco.
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Promuovere
il fundrising (ossia la raccolta di contributi-donazioni volontarie) per
lo sviluppo di un nonprofit autonomo.
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Il
solidarismo è troppo spesso
solo commozione “immediata” per il presente che ci risparmia la
fatica di guardare al passato ed al futuro. Non è dimenticando che si
aiutano i più deboli.
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Il
cobra ti morderà sia che lo chiami cobra sia che lo chiami Signor
Cobra.
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Aiutare
i 50enni di buon senso, e liberi dal bisogno, a fare controinformazione
nei confronti delle elite di intellettuali e burocrati che sono
direttamente/ indirettamente al servizio dell’establishment. La
libertà si manifesta nel capire.
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Uno
stato democratico non può essere migliore dei propri cittadini: i
conflitti sono sani, la conflittualità è malsana.
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I
figli del baby boom nei prossimi 10/15 anni andranno in pensione e
dietro di loro demograficamente parlando – c’è il vuoto.
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I
mentori 50enni come traghettatori dei 20enni (sia mentre studiano, che
quando debbono entrare nel mondo del lavoro) sia dei 35/45 che - da
recenti indagini - risultano essere la fascia d’età più
insoddisfatta della propria condizione lavorativa.
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Il
rumore di fondo prodotto dai mass media ci impedisce di percepire una
miriade di piccole occasioni di “cominciamento”.
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Rapporti
intergenerazionali: il senior ha le competenze, lo junior ha le domande.
Le domande dello junior provocano il lavoro del senior ed entrambi
crescono ricercando insieme la risposta.
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Le
società progrediscono attraverso battaglie rituali fra le
generazioni.
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Il
mentore è una figura chiave del lifelong learning ( formazione continua
durante tutto l’arco della vita) e un protagonista.
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Dobbiamo
promuovere lo spontaneismo nella formazione.
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La tecnica
della consulenza e del tutoraggio è incentrata sulla risoluzione di
problemi specifici. Il mentoring è incentrato sul conferimento del
corpo emozionale, di valori, conoscenze, stili ed abilità.
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Una
relazione di mentoring è la quintessenza della vera liberazione
psicologica, mentale ed emozionale.
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Il
mentore è una candela accesa…..con una candela accesa se ne accende
un’altra.
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Con
il mentoring ci mettiamo nella condizione di poter nuotare
tranquillamente in acque che una volta temevamo.
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Sono
le esperienze e le sofferenze personali che legittimano il mentore ad
agire.
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Uno
dei vantaggi economici che i
paesi sviluppati ancora hanno rispetto ai paesi emergenti è il
patrimonio delle esperienze
dei mentori, esperienze che debbono essere messe – subito e
sistematicamente - a frutto.
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Il
mentore è un naturale interlocutore degli adulti che cercano di
reinserirsi nel mondo del lavoro dal quale sono stati espulsi.
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La
futura unità produttiva dei paesi ricchi dovrà essere formata da due
soggetti che dovranno agire
all’unisono e di cui uno
sarà il mentore.
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Il
mentoring è uno strumento per diminuire gli effetti negativi che –
nell’immediato – causa la necessità di essere flessibili
nell’uscire dal mondo del lavoro.
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Il
mentoring può contribuire fortemente ad avviare a soluzione il problema
delle pensioni in paesi come il nostro.
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Il
denaro dei pensionati deve andare alla ricerca dei giovani.
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I
mentori per uno sviluppo armonioso del terzo mondo; per togliere il
monopolio alla categoria dei politici e alle loro emanazioni indirette;
portatori di diversità.
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I
burocrati bramano il potere, ma sono terrorizzati dalle responsabilità.
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Il
mentoring e il mondo dello sport. Le associazioni sportive come centro
motore per lo sviluppo del territorio.
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I
mentori dovranno aiutare il mondo della scuola e della formazione a fare
un salto di qualità per farli diventare delle fucine di innovazione (
in particolare nei settori dell’old economy , dei servizi e del no
profit ). Continuare solo sulla strada del semplice miglioramento
dell’efficienza del sistema formativo ci vedrà perdenti.
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I
mentori possono surrogare la funzione formativa degli stage nelle
imprese, se e dove non sono reperibili in numero sufficiente.
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Facciamo
per la conoscenza quello che Taylor ha fatto per il lavoro manuale:
smitizziamo la credenza che i lavori “altamente di concettol” siano
appannaggio della capacità di pochi e dissipiamo quell'aurea di mistero
di cui li circondano i loro adepti.
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Ricordiamoci
che il lavoro manuale non meritava l’attenzione delle cosi dette
classi colte. Anche i greci antichi rifiutavano la tecnologia…..perché
avevano gli schiavi.
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La
differenza tra un esperto ed un competente è che l’esperto è un
competente che ha vissuto dal vivo e più volte le cose di cui parla ed
ha affinato la capacità di vedere al di là delle apparenze.
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